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Nel 1998 si è festeggiato il Centenario dell'organo. Per l'occasione il Maestro Cavalletti ha redatto questo scritto 

OrganoCommemorare, può significare parlare di un atto celebrativo, o ricordare solennemente qualcuno o qualcosa, e ancora, proferire di un tempo trascorso, in cui fu "alcunché", vissuto in prima persona, o per essere stato tramandato da chi fu presente all'avvenimento.
E' mio desiderio compiere un atto celebrativo di questo centenario, e farlo nel modo migliore, lo spero.
Il protagonista, di ciò che avvenne alla fine del secolo scorso, è presente, e il tempo, che tutto logora e consuma, sembra non averlo sfiorato e gli anni trascorsi non li dimostra (ciò si deve altresì all'intervento di ristrutturazione eseguito nel 1968 e 1994,grazie a mons. Doti, che decretò il salutare lavoro), mentre, per insita evoluzione, non sono più fra noi coloro che hanno vissuto l'avvenimento nel lontano 1898.
Dunque: il protagonista è il grande strumento che, imponente, sta in "cantoria" situata sopra al portale centrale di questa nostra meravigliosa Basilica, resa particolarmente godibile dei suoi capolavori architettonici, degli affreschi e pitture, dalla rinnovata illuminazione, voluta dall'Arciprete don Berto.
Il cronista di allora, si dilungò nel riferire la storia della nascita dell'organo e della sua evoluzione, lungo i secoli, citando personaggi storici, che in qualche modo hanno trattato dello strumento: S.Agostino (354-430) nel commentare il Salmo 56, dice :"Organa dicuntur omnia istrunemta musicorum" (Qualsiasi strumento si chiamava organo); papa Vitaliano I ( 657-672) che introdusse l'organo nella liturgia romana, papa S. Silvestro II (999-1003) (ancora monaco benedettino dirigeva la fabbricazione di essi, in Germania).


Si sofferma su altre notizie storiche, ma della vera cronaca dell'avvenimento è molto parco di informazioni, cito testualmente: " Da allora (cioè da dove egli si fermò a narrare fatti storici, intorno al X secolo) cominciò quel continuo progresso che condusse agli organi attuali, veri monumenti di meccanica e capolavori di precisione". (S'intende il lavoro organario).
E Ginocchio, continua: "Tale (ecco il fulcro della cronaca) può dirsi l'organo che la celebre ditta (s'intende organaria) Vegezzi Bossi di Torino, ha costruito per la parrocchia di N.S. Assunta in Sestri Ponente, che oggi (sottolineo io: novembre 1898) viene collaudato dal ch. mo M° Don Lorenzo Perosi venuto espressamente da Venezia, alla presenza di S.E. Mons. Reggio nostro amatissimo Arcivescovo tra il plauso e la gioia dei Sestresi".
La scarna cronaca è tutta qui, non sappiamo quale sia stato il programma che il M° Perosi (futuro maestro perpetuo della Cappella Sistina e autorevole compositore) eseguì, quale gli echi, i commenti, perchè no, le critiche e così via.Ci dobbiamo accontentare di queste poche righe che, in verità, di cronaca hanno ben poco, mi pare assiomatica l'evidenza.
Ma veniamo alla celebrazione odierna, con alcuni dati sull'organo in generale e notizie in particolare di questo nostro strumento, che, in breve, cercherò di delinearne l'aspetto costitutivo, nell'essenzialità delle sue caratteristiche che via via hanno modificato e migliorato lo strumento che oggi si presenta a noi.
La definizione di Organo - secondo l'organolo Moretti, deriva etimologicamente dal greco - tò òrgan e dal latino - organum.
Nel senso traslato "strumento" è il trattato della Logica di Aristotel e(384-322 a. C. )che s'intitola "Organon", perchè la logica era ritenuta dal sommo pensatore - strumento - e - chiave - della scienza.
Nel senso reale "Strumento musicale", in genere e poi, specificatamente, per indicare il meccanismo articolato per far suonare insieme strumenti musicali di per sè indipendenti, cioè caratteristiche dell'organo.
Tuttavia il termine "òrganon", per indicare l'organo a canne lo troviamo solo nella tarda letteratura bizantina."Organum" significò dapprima strumento musicale in genere; solo all'epoca del Basso Impero incominciò a designare l'organo a canne.
Due secoli dall'invenzione di Ctesibio, l'organo era talmente diffuso nel mondo ellenico, che a Delfi, località celebre per il santuario di Apollo, costituiva oggetto di celebrazioni musicali-religiose di vasta risonanza. Oggi diciamo: "Concerto".
Dal III al VI secolo della nostra era, ci sono state tramandate altre notizie sull'organo.
L'organo è costituito, nel suo genere, dal modo di prodursi del suono, animato nelle canne dall'aria dei mantici, comandata a sua volta dagli impulsi ricevuti dalla tastiera.Qui è ancora il Moretti che poeticamente parla dell'organo.Ed ecco la sua definizione:
"L' organo è strumento musicale ad aria fluente, fatta vibrare in un sistema di canne che emettono note fondamentali ed armonici artificiali, intrinsecamente inerti, ma componibili in sonorità sintetiche di tono, timbro e intensità variabile" (dagli Atti Ufficiali del Secondo Congresso Internazionale di Musica Sacra,Vienna 1954).
(Armonico: ogni suono principale èaccompagnato da una serie di suoni secondari detti - armonici- o concomitanti. Possono essere armonici fondamentali e artificiali.I primi si hanno quando la corda vibrando liberamente divisa in due parti si otterrà, ad es.Do1 e Do2, cioè l'ottava superiore. I secondi (artificiali) sono quelli prodotti in una corda o in un tubo in cui è già stata diminuita la lunghezza).
Esistono molte testimonianze, oltre quelle letterarie, iconografiche e archeologiche.
Papa Giovanni VIII, poco dopo la sua elezione avvenuta nell'872, si era rivolto ad Annone Vescovo di Frisinga Baviera, in questi termini ". . . Ti preghiamo, inoltre, di portarci o inviarci un ottimo organo con l'artista che lo sappia suonare".(Baluze)
L'organo è costituito da varie parti: la consolle, la trasmissione del movimento, la manticeria, il somiere, le canne, i registri.
La consolle, (deriva dal francese= mensola, questo neologismo è accolto perchè, pur non esprimendo un concetto tecnico, è chiaro e comodo) è il centralino dell'organo che riunisce, a diretta disposizione dell'organista, tutti i comandi che fanno funzionare lo strumento.
L'essenza dell'organo sta nelle canne, ma la voce viene loro data per mezzo di dispositivi meccanici che vi immettono l'aria vibrante a volontà dell'esecutore.
Nella centrale della consolle, si hanno a diretto contato delle mani e dei piedi dell'organista, le tastiere (manuali e pedale) con cui regola il tono o altezza dei suoni, e i comandi di registrazione con cui può scegliere i timbri e dosare l'intensità, dando o togliendo il vento a determinate serie di canne.
La consolle è un mobile non a sè stante o lo è, a seconda se l'organo è a sistema meccanico, o a trasmissione pneumatica ed elettrica; il sistema elettrico permette di collocare la consolle anche a notevole distanza dalle canne; a una sola consolle è possibile collegare diversi corpi d' organo o lo stesso organo può disporre di due o più consolle.
Le tastiere o manuali hanno l'estensione di cinque ottave (dal DO1 al DO61), però possono essere più limitate in altri organi.
Le tastiere sono tra loro sovrapposte come gradini di una scala. Negli organi grandiosi, vengono leggermente inclinate avanti dalla terza tastiera in su.
Le tastiere, rispettando la gerarchia delle sonorità si classificano in:
I Grand'Organo
II Organo Positivo
III Organo Recitativo-Espressivo
IV Organo Solo
V Organo Eco.
La pedaliera è la tastiera che si suona con i piedi.
Ho citato i "registri", essi sono i congegni tecnici e dei movimenti meccanici a disposizione delle mani e dei piedi dell'esecutore, per ottenere, nell'istante voluto, l'effetto desiderato.
I polmoni dell'organo sono i "mantici", cioè il sistema di produzione, di raccolta, di distribuzione dell'aria compressa alle canne.
La manticeria, secondo Bédos-Hamel è la parte più importante di tutto il meccanismo dell'organo, perchè l'aria non solo dà la - parola - ai registri, ma da essa dipende la purezza, l'intensità e l'equilibrio dell'intonazione. Vari sonoi tipi di mantici in uso, ma unica è la funzione: produrre vento!
Il somiere è l'apparato più complesso dell'organo, perché in esso si conduce a effetto ogni movimento di trasmissione, da lui la canna riceve direttamente il vento che le dà voce.
La funzione del somiere è tutta qui: distribuire il vento alle canne con rapidità fulminea, ma anche con intelligenza ed equilibrio, in modo che le maggiori non rubino alle piccole, o che le più vicine al canale non assorbano a danno delle più lontane e che la pressione vi rimanga costante sia con l'uso di un solo registro, che con l'aggiunta del Ripieno o del Tutti.
Vi sono diversi tipi di somiere, quello a tiro, a vento, a pistoni, pneumatico ed elettropneumatico: mi fermo alla semplice elencazione. Le canne: la canna d' organo è il tubo caratteristico in cui l'energia pneumatica si trasforma in vibrazione sonora musicalmente perfetta. Esse si distinguono in canne ad anima o labiali, canne ad ancia o a lingua. Unità di misura lineare delle canne d' organo è il piede, antica misura di circa mm.325. Quindi moltiplicando la misura di mm.325 per i piedi, si ottiene la lunghezza della canna: es: Principale8 (vuol dire che la canna ha il corpo lungo 8 piedi = m, 2,60). Non è così semplice come sembra, perchè bisogna tener conto della diversificazione delle canne.
L'organo è uno strumento musicale composto da centinaia e migliaia di singoli strumenti, cioè le canne, ciascuno dei quali (strumenti) emette una sola nota musicale.
Esse si costruiscono in metallo e in legno. I metalli usati sono: lo stagno, il piombo, il rame, lo zinco. Nemici delle canne d'organo sono il ferro e l'alluminio.
I legnami più usati nell'organo, per la costruzione delle canne, sono i più duri e resistenti al tarlo, impasto compatto e senza nodi. Tra i legnami esotici tiene il primo posto il mogano. Per i tasti manuali si usa il cedro bianco d' America.
L’organo viene costruito nel 1898 dalla ditta organaria Carlo Vegezzi Bossi di Torino, trasferitasi poi a Centallo.
La cassa armonica è imponente, un pò civettuola, per le decorazioni in oro zecchino, di cui è adorna e sfoggia. Un contrasto al luccichio della veste, è dato dal cinereo materiale delle canne.
Come già detto, è stato eseguito un enorme, complicato lavoro, la maggior parte del quale non è appariscente, essendo all'interno della cassa e della consolle.
Lo strumento è a tre manuali o tastiere, una pedaliera.
E' corredato di 34 Registri, 19 Accoppiamenti, distribuiti sui tre manuali e pedaliera.
E' stato dotato di un sofisticato centralino elettronico che permette di pilotare i comandi dei somieriai manuali e alla pedaliera, e ben 64 combinazioni aggiustabili possono essere utilizzate, premendo un pistoncino.
Detto così, non dà l'idea della complessità della progettazione, e della realizzazione del lavoro, esso è di grande utilità all'organista che gli permette di variare le - registrazioni -in rapida successione.
2.264 canne, compongono lo strumento, da quelle minime di lunghezza di 10 cm.alle grandi di 3mt.e 75 cm.
Nel 1986 fu eseguita una revisione e un restauro dal figlio di Carlo Vegezzi Bossi, Carlo II.
Ma un grande restauro,opera di alta tecnologia organaria, fu realizzata dai Titolari della Pontificia e Reale Fabbrica d' Organi Balbiani Vegezzi Bossi di Milano, i quali hanno profuso le migliori risorse di grande maestria, capacità, confermando la loro alta professionalità di organari, continuatori della dinastia dei Balbiani iniziata con Lorenzo Balbiani agli inizi del l'800.
Ho tracciato, sia pure a grandi linee, simile a un batter d' ali, la nascita e l'evoluzione dell'organo, le sue varie modificazioni che tesero e tendono a far si che esso sia sempre più: "òrganon", macchina perfetta.
Ma non si può dimenticare l'altro aspetto, importante e principale, al quale la Chiesa assegnò un ruolo ben preciso, designando l'organo sostegno e decoro della liturgia: "Musica ancilla verbi" La musica a servizio dei testi sacri, e per mezzo di essi, dare lode a Dio.
In tal senso, spirito profondamente religioso, operò J.S . Bach, e ne sono prova le partiture che hanno, quasi tutte, come intestazione le lettere: " S. D. G. " "Soli Deo Gloria"!, e mi permetto di sottolineare, con quale dovizia e genialità offrì la sua opera a lode dell'Altissimo. Si legge sulla copertina dell'"Orgelbuclein": " A Dio onnipotente per onorarlo, agli altri per istruirli;"
Ne consegue, logicamente, che vale il principio della lode a Dio, mediante le nostre opere.
Come la più piccola "canna" partecipa con la più grande, affinchè l'insieme dei suoni producano una melodia, così io, sentendomi simile ad essa, desidero concludere questa mia chiacchierata paludandola, per così dire, di una prestigiosa suggestione, quale omaggio a questa lieta circostanza. Proprio perché conscio della mia piccolezza, lascio che parli per me il sommo Poeta con i versi con cui chiude il IX Canto del Purgatorio.


"Io mi rivolsi attento al primo tuono,
E, Te Deum laudamus, mi parea
Udir in voce mista al dolce suono.
Tale immagine appunto mi rendea
Ciò ch' io udiva, qual prender si suole
Quando a cantar con organi si stea:
Ch' or sì or no s' intendon le parole".


(Cavaletti Giuseppe Mario) organista Ottobre 1998.